sabato 22 dicembre 2012

Buon Natale

In
questo giorno
voglio salutare tutti.
Ho nel cuore un albero
con appesi al posto delle palline
i nomi di tutti i miei amici. Quelli vicini
e quelli lontani. Quelli recenti e quelli passati.
Coloro che vedo ogni giorno e quelli che incontro
raramente, quelli ricordati sempre e quelli qualche volta
dimenticati.Chi inavvertitamente mi ha fatto soffrire. Chi conosco
profondamente e chi conosco a malapena. A chi devo tanto e a chi non devo nulla. I miei amici umili ed i miei amici importanti.I nomi
di tutti quelli che sono passati nella mia vita. Un albero con radici
profonde in modo che i loro nomi non vengano mai strappati
dal mio cuore e ai quali l'anno prossimo porti
speranza, amore e pace.
Vi voglio bene
Vi auguro un
Buon Natale
Angelo    Francesco    Cyril   Carmine C.    Carmine D.   Filomena   Michele    Paolo   Leonardo   Bruno  Tina    Iolanda    Mariangela    Jonathan    Giovanni M.    Alberta   Giovanni S.  .............

Un abbraccio e tanti auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti i lettori del blog dal
Gruppo Explorer




sabato 11 agosto 2012

Pierre de Coubertin

Persone che hanno lasciato un segno positivo...
Il gruppo explorer augura agli sportivi di gareggiare con i valori olimpici e a tutti di vivere con gli stessi valori ogni momento della quotidianità.

Pierre de Frédy, barone di Coubertin (Parigi, 1º gennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937)

« L'importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene. » (Pierre de Coubertin, citando il vescovo Ethelbert Talbot)

La prima Olimpiade antica, tenutasi ad Olimpia, città sacra a Zeus, risale al 776 a.C. Durante le gare, gli atleti erano completamente nudi, sia perché il vestito sarebbe stato loro solo d'impaccio, sia perché l'Olimpiade veniva vissuta da tutti come un momento di purificazione. Ed era talmente importante che perfino le guerre venivano sospese durante i giochi. L'Olimpiade ebbe sempre più successo, fino a diventare uno spettacolo, in cui la corruzione cominciò a dilagare. Così, nel 393 d.C., quando era imperatore romano il religiosissimo Teodosio, l'Olimpiade fu sospesa a causa di questa corruzione dilagante e perché Teodosio voleva fare piazza pulita di tutte le usanze pagane.
Fu Pierre de Coubertin che riportò agli antichi splendori i Giochi Olimpici. Come Pedagogista e storico si impegnò a migliorare il sistema educativo . Egli attribuiva allo sport molta importanza nel progetto educativo per un sano sviluppo della personalità dei giovani.
Spese molto del proprio capitale in viaggi per convincere le nazioni a partecipare a una competizione sportiva internazionale improntata sui valori della lealtà e della correttezza (sportività). La sua passione, impegno e determinazione portarono alla prima edizione dei Giochi Olimpici moderni che furono disputai con grande successo ad Atene il 06 aprile 1896.
La sua idea di sopranazionalità e di contemporanea unione dei continenti si esprime nel logo che ideò, i cinque cerchi colorati che rappresentano l'incontro degli atleti di tutto il mondo . (blu Europa, giallo Asia, nero Africa, verde Oceania , rosso America).
La medaglia Pierre de Coubertin (nota anche come "Medaglia del Vero Spirito Sportivo") è un riconoscimento attribuito dal C.I.F.P. (Comitato Internazionale per il Fair Play), istituito appositamente nel 1963 dal Comitato Olimpico Internazionale, a quegli atleti che dimostrano uno spirito di sportività nei Giochi olimpici. Questa medaglia è considerata da molti atleti e spettatori come il più grande premio che un atleta possa ricevere, persino più grande di una medaglia d'oro. Il Comitato Olimpico Internazionale la considera la sua più alta onorificenza. È stata attribuita per la prima volta nel 1964, durante l'Olimpiade invernale ad Innsbruck, al bobbista italiano Eugenio Monti per la sportività dimostrata nei confronti della squadra britannica di bob a 2 formata da Tony Nash e Robin Dixon per aver prestato un bullone che permise loro di vincere la medaglia d'oro nella relativa competizione.
Pierre de Coubertin fondò anche un’associazione scout pluriconfessionale in Francia, Éclaireurs Français (EF).

sabato 26 maggio 2012

Persone che hanno lasciato un segno positivo...

Il gruppo explorer ritenendo che la vita di ognuno può essere, consapevolmente o inconsapevolmente, influenzata positivamente o negativamente dal comportamento, dalle parole e dalle scelte dei propri simili, ha deciso di approfondire la “conoscenza” di coloro che hanno lasciato un segno positivo nella vita di chi li ha frequentati, dei contemporanei e dell’ umanità. Patrimonio dell’umanità dovrebbero essere non solo i monumenti e le bellezze naturali ma anche certe storie di vita.

San Filippo Neri : il Santo della gioia
San Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 – Roma, 26 maggio 1595)
Visse a Firenze fino a 18 anni, quando fu inviato presso uno zio a Cassino, per essere avviato alla professione di commerciante. In quegli anni cominciò a sentire la propria vocazione religiosa, così da costruire una piccola cappella in una roccia a picco sul mare denominata "Montagna Spaccata" (ancora oggi visitabile) a Gaeta, dove si recava tutti i giorni per pregare in silenzio.
Nel 1534 si recò a Roma come pellegrino ma vi rimase in qualità di precettore dei figli del capo della Dogana. In quel periodo si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi, dei poveri e dei pellegrini. A trentacinque anni, decise di diventare sacerdote.
Filippo è stato senza dubbio uno dei santi più bizzarri della storia della Chiesa, tanto da essere definito "santo della gioia" . Colto, creativo, amava accompagnare i propri discorsi con un pizzico di buon umore. Confessava con la stessa discrezione e la stessa bonarietà sia poveri che ricchi, sia principi che cardinali, dando a volte penitenze alquanto bizzarre, sicuro che, dopo aver fatto una simile figuraccia, il penitente non avrebbe più provato a compiere quel peccato. Vi è ad esempio un simpatico aneddoto che narra come a una donna, che aveva il vizio di sparlare degli altri, fu comandata dal santo di spennare per strada una gallina morta e poi di raccoglierne tutte le penne volate via. Alla richiesta del perché, da parte della donna, rispose che questo era come il suo sparlare, le sue parole si spargevano ovunque e non si potevano raccogliere più.
Si offriva a tutti con generosità e soprattutto con un buon sorriso, tanto da essere definito dai contemporanei come "Pippo il Buono".
Filippo Neri fonda il primo Oratorio in cui soleva riunire non solo i poveri figli della strada ma anche giovani di famiglia benestante, e persino figli di principi. Qui scaturirono nuovi strumenti di catechesi e pedagogia cattolica, ancora oggi si ricorda la sua esortazione in romanesco: "State bboni (se potete...)
Quando papa Clemente VIII decide di nominarlo cardinale lui rifiutò la carica, dicendo, verso il cielo: “paradiso, paradiso … preferisco il paradiso”






sabato 12 maggio 2012

La mamma

Un augurio a tutte le mamme dal gruppo explorer e un grazie di tutto cuore a quelle madri che riescono a trasformare ogni giorno dei loro figli in un momento di festa, di gioia e di amore come magistralmente ci racconta la poetessa Alda Merini...

"...ripenso con nostalgia a quei Natali solenni, quando la mamma faceva enormi presepi, metteva le figurine dei pastori e i laghetti di specchio. Ci facevano trovare il carbone, alle volte, ma eravamo contenti lo stesso: poi, dietro il carbone, c'erano sempre tre caramelle. Però era arrivato Gesù, era questo che importava, vedere che sulla paglia del presepe qualcuno aveva deposto il bambino. E si pregava, si pregava insieme davanti a quella statuina, ignorando che il piede lieve della mamma era andato lì di notte per deporlo... Allora ignoravamo tutto della vita, anche il mistero della nascita, un evento che per noi cadeva dal cielo. La Madonna non appariva sorpresa, neanche San Giuseppe, e noi piccoli eravamo in un regno di favola bello che abbiamo perduto. Ci dimenticavamo dei doni e stavamo piuttosto a guardare quel bambino appena nato domandandoci se aveva freddo, ma la mamma ci diceva che aveva l'amore della Madre... Ecco, forse anche in tarda età chi mi scalda ancora nelle notti di solitudine è l'amore della mamma, che io amavo tanto e che credevo che, come Maria, non sarebbe mai morta.

Sì, si può morire d'amore per un uomo, ma quello che mi fece impazzire, forse, fu quella porta chiusa di mia madre dolcissima, che io credevo eterna, come tutti i figli.
E mi sono resa conto, a un tratto, che non avevo mai ascoltato i suoi lamenti tanto ero giovane. Ma quanto si paga la giovinezza! Anch'io, come le mie figlie, quando andavo a casa sua le portavo via gli oggetti più preziosi perché... nella mia casa sarebbero stati bene, e una madre si fa sempre derubare. A lungo andare morì, senza chiedere mai niente, ma era così felice della nostra gioia che forse non morì veramente mai. L'abbiamo derubata, ma soprattutto - e sembra un eufemismo - avremmo voluto (che Dio mi perdoni) portarle via quegli occhi, così verdi, così dolci, così innamorati di noi. Sono passati decenni da quei Natali e ancora cerco l'odore dei mandarini o del bollito, che si mangiava solo quel giorno. Erano i nostri doni. Oggi invece si tende a saltare il Natale, si va direttamente all'arrivo dei Magi, ai doni, la nascita quasi non esiste più, forse perché le nostre donne non sanno essere madri. E i bambini, tra televisione e futili regali, sono i più grandi emarginati del nostro tempo: abbiamo rubato loro l'infanzia e la religiosità della vita.
Mi si chiede cosa vorrei trovare questa notte sotto il presepe: la mia Barbara, la mia Flavia, le mie figlie che mi furono tolte quando una maestra, assistente sociale, trovando che la casa non era ordinata me le portò via. Sono sempre stata una disordinata perenne, ma avevo quattro bambine felici alle quali suonavo le "nenie" di Natale. Andando in solaio ho trovato le mie vecchie famose poesie tutte imbrattate delle loro figurine: giocavano con le mie grandi poesie! Io non ho pianto su queste, ma su quelle figurine sì. Loro non sapevano cosa vuol dire genio, conoscevano solo due parole: mamma e bambino. Il mio presepe privato."

sabato 31 marzo 2012

Buona rinascita

Il gruppo Explore augura a tutti i lettori felice Pasqua e la riscoperta della bellezza della vita e del creato in ogni momento della giornata. Buona rinascita

sabato 3 marzo 2012

LE BUONE MANIERE

Ci piacciono le buone maniere come ci piace una bella giornata di sole, il suono delle campane in festa, un bel prato fiorito, un volto sorridente, il gelato al cioccolato e così via.
Non ci interessano le false buone maniere che cercano in modo artificioso ed opportunistico di sedurre e manipolare gli altri, ma optiamo per un modo genuino e cordiale di proporci e relazionarci.
Una parola gentile, un saluto cordiale, una parola d’incoraggiamento, un’ offerta di aiuto, attendere il proprio turno, ringraziare ecc… non sono una forma di sottomissione ma un’ assunzione di responsabilità, un modo per manifestare il proprio rispetto per gli altri e la vita.
Il parlamentare inglese Edmund Burke nel 1796 scriveva: “Le buone maniere sono più importanti delle leggi. Su di loro, in gran parte, si basano le leggi. Noi veniamo a contatto con la legge qua e là, di tanto in tanto. Sono le cattive maniere o le buone maniere che ci irritano o ci calmano, ci corrompono o ci purificano, ci esaltano o ci avviliscono, ci imbarazzano o ci raffinano, con un’azione costante, regolare, uniforme, impercettibile come l’aria che respiriamo. Danno forme e colore alle nostre vite. E a seconda della loro natura, sostengono la moralità, la procurano, o la distruggono completamente”.